La follia – tra caso, coscienza, ragione ed emozioni

La follia –  tra caso, coscienza, ragione ed emozioni.

In un tiepido pomeriggio di novembre, illuminata dai raggi del sole, l’Aula Magna della Scuola Comunale di Musica di Mondovì ha riaccolto il secondo incontro del ciclo di conferenze “I mondi della follia”.


L’appuntamento è stato aperto dal Prof. Stefano Casarino, Presidente dell’AICC di Cuneo, che ha ribadito quanto siano state emozionanti nella loro tragicità le parole del Prof. Ennio Desderi e della Dr.sa Kanita Foçak, del precedente incontro. Ha poi introdotto l’intervento della Prof.sa Enrica Cometto, giovane docente del Liceo Linguistico di Mondovì, la quale ha parlato di Friedrich Durrenmatt, intellettuale di cultura e lingua tedesca, ma, poiché svizzero, del tutto libero di riflettere su temi come l’Olocausto e la bomba atomica. È stata proposta un’intensa lettura de “I fisici”, opera teatrale in cui due spie, che hanno assunto soprannomi di Newton ed Einstein, seguono il protagonista, Möbius (altro soprannome), il vero genio, per cercare di sottrargli la formula universale da lui scoperta. Attraverso il dipanarsi della trama, si affrontano i temi dei limiti e delle possibilità della ricerca intellettuale, della responsabilità della scienza, dell’orgoglio dell’inventore che considera la sua scoperta quasi come una propria creatura da cui neppure per un momento pensa di potersi separare….

Nasce allora la domanda se sia più folle tenere per sé i risultati degli studi e venire considerati folli oppure tirarsi indietro, trovare il coraggio di bruciare risultati pericolosi per l’umanità. Möbius, quasi pirandellianamente, preferisce abbracciare la follia, perché i folli sono più liberi di esprimersi e la follia nasconde, a volte, la vera saggezza.

È intervenuta poi la Prof.sa Antonella Merlino, docente di filosofia al Liceo Vasco-Beccaria-Govone, che ha illustrato la follia come esperienza umana, omaggiando così il Prof. Franco Basaglia, innovatore e riformatore della psichiatria, il quale amplificò la comprensione tra chi cura e chi è curato. “Follia”, secondo Umberto Galimberti, “è una componente di qualsiasi uomo, che non può essere capita senza sapere cosa sia la ragione, che è un sistema di regole che servono a limitare le conflittualità”.

Seguendo questa impostazione, il discorso si è articolato in plurimi percorsi, che ci hanno portato a leggere e meditare affermazioni di Kant, di Van Gogh, di Max Planck, in un vertiginoso intreccio di filosofia, arte, fisica che è stato il trionfo dell’autentica interdisciplinarietà, dell’interconnessione tra saperi diversi.

Follia, non sempre negativa, anzi; ragione, non sempre positiva neppure lei; emozioni che sono proiezioni e substrato dell’inconscio… il puzzle della follia come esperienza umana, che può però  trasformarsi in una ruga inquietante, in una profonda lacerazione della storia, come troppo spesso è successo e succede, perché i mondi della follia sono gli stessi mondi dell’umanità, dell’homo sapiens che troppo spesso si trasforma in homo demens.