Dinanzi al recente conflitto tra Hamas e Israele ed alla reazione mediatica occidentale ci interroghiamo su quale ruolo giochi l’informazione nell’istruzione scolastica ed in che modo lo studio approfondito dei percorsi storici possa favorire la nostra comprensione degli eventi attuali.
Giovedì 19 ottobre, nell’Aula Magna della Scuola Comunale di Musica, su invito dei nostri Proff. Barbara Ferraro e Stefano Casarino, il Prof. Gigi Garelli, Direttore dell’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea di Cuneo, ha delineato un quadro delle cause e delle conseguenze del conflitto israeliano-palestinese a misura d’un pubblico adolescente, l’intero Triennio del nostro Liceo Classico di Mondovì. La lezione è stata aperta da una riflessione di senso: nella Storia spesso ci sono delle rime, dei paradigmi che si ripetono costanti, pur con premesse differenti; studiarli, in un certo senso, dovrebbe aiutare a prevenirli e, quando si presentano, a saperli gestire. Appare chiaro quanto ci danneggi il vizio occidentale di narcotizzarci con le distanze geografiche, di considerarci sempre tutelati, sollevandoci, poi, con sgomento solo quando si resta tramortiti in prima persona.
Oggi condurre un’esistenza in questi termini non è più sostenibile: la nostra realtà si riscopre ancora una volta complessa, tutto è intrecciato e soprattutto interdipendente. Si pensi che con questa ennesima guerra è messa a repentaglio la maggior parte delle importazioni europee di gas e petrolio, le fonti che contano per un buon 60% del nostro consumo energetico.
Le recenti generazioni, oltre a mettere le radici sopra i rottami esplosivi delle guerre novecentesche (e non si parla unicamente delle due Guerre Mondiali), si trovano incastrate in un’Europa consumata ai propri confini da gravose battaglie, altro sangue fresco, politiche da facili entusiasmi, e per di più restano soffocate dall’informazione filtrata e dalla sfiducia generale che permea ogni problematica contemporanea. Urge che nelle scuole si parli finalmente di visione d’insieme, di consapevolezza geopolitica, di ruolo attivo; occorre insistere su tutto un registro di concetti nuovi, che tuttavia si appoggiano, innanzitutto, su una cultura di memoria e di pensiero critico. “Intendere”, “conoscere” è affacciarsi su un mosaico di prospettive variegate, che sovente, per non dire naturalmente, frizionano tra loro, e che connotano un mondo in cui la verità non dimora sotto un unico vessillo. La cattura degli ostaggi, i riscatti, la brutalità usata nelle case e nelle campagne dagli integralisti miliziani di Hamas non hanno giustificazione, ma è certo che una simile ira sia scaturita da drammi più lontani nel tempo.
In tal senso, non si è trattato, per quanto concerne la lezione di Garelli, d’un’analisi dei torti e delle ragioni dell’uno o dell’altro schieramento, ma della metodologica ricostruzione di come, dal fatidico 1948 fino alla Prima e Seconda Intifada ed ai nostri giorni, una serie di dinamiche offensive ed una non meno responsabile politica faziosa dall’Occidente abbiano condotto alle estreme conseguenze il conflitto tra due popoli.
Sarebbe assurdo illudersi che questo contributo scolastico influirà con un’impronta tangibile nel prosieguo degli eventi; nondimeno, risulta altrettanto impensabile consentire che noi ragazzi rimaniamo asettici ed inconsapevoli, quando agli orizzonti di Gaza e di Sion si sparano missili contro abitazioni civili: non è accettabile lasciare che ci si mantenga indifferenti nel leggere il numero dei bambini morti al kibbutz Kfar Aza e che si riduca tale notizia ad un mero dato di cronaca, testimone della barbarie d’una regione remota.
No: oggi non possiamo concederci più di sedere sulla scranna dell’indifferente, del super partes senza cognizione, né tanto meno su quella del facilista, per cui schierarsi non è che un macabro pretesto di dissertazione al bar.
Nulla v’è di più necessario che imparare a capire che dietro l’evidenza d’ogni conflitto c’è un alternarsi di vicende, ci sono volti e schemi che hanno segnato il percorso del tempo, non per fatalismo, bensì per la grande mole di plurime responsabilità di cui oggi dobbiamo essere consapevoli.
V A Classico, Liceo Vasco-Beccaria-Govone, Mondovì
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