Da Omero a F. De André, passando per Catullo e G. Leopardi, l’arte della scrittura si dimostra sempre moderna, attraverso codici di comportamento e tópoi letterari, elementi ricorrenti in ogni ambito letterario e non solo.
Questo il messaggio emerso dallo scambio culturale tenutosi martedì 17 ottobre presso l’Aula Magna Paolo Borsellino dell’IIS Giolitti-Bellisario di Mondovì.
In qualità di intermediari tra passato ed attualità sono intervenuti il Prof. Emanuele Lelli – docente al Liceo Tasso ed alla Sapienza di Roma – e il Prof. Stefano Casarino del Liceo Classico di Mondovì e Presidente della Delegazione AICC di Cuneo.
Il Convegno si è svolto in streaming e ora è su YouTube al link: https://www.youtube.com/watch?v=tk1U9KoAOeM.
Dopo i saluti istituzionali e gli auguri di buon lavoro formulati dalla DS dell’IIS Giolitti-Bellisario Donatella Garello, in veste di “padrona di casa”, e del DS del Liceo Vasco-Beccaria-Govone Bruno Gabetti, il primo relatore ha condiviso un’approfondita ricerca circa l’identità culturale della civiltà ellenica, spaziando dal concetto di coraggio, (andría in greco antico) a quello di fedeltà (pístis). Questi due termini erano sacrosanti ed immancabili per il Greco nel corso di quasi tutta la storia della nazione (intesa a livello morale e culturale). Infatti gli appartenenti ad ogni ceto erano tenuti a rispettare in maniera ferrea i suddetti valori, al fine di non venire esclusi dalla società.
In particolare, il Prof. Lelli si è soffermato sul brano dell’Iliade (libro II) in cui Odìsseo elogia la monarchia assoluta, criticando il potere di molti (polukoiranía), che sarà successivamente il fulcro politico dell’Atene classica, celebre in ogni dove ed in ogni tempo.
Si è riflettuto quindi su come fosse stato giudicato il brano omerico nei secoli a venire, rimarcando come la classe agiata si servisse dei poemi epici per inculcare nei meno abbienti i valori ritenuti modello del buon agire. Questo era il risvolto – oggi poco considerato – che hanno assunto le opere epiche nella quotidianità della sfera d’influenza greca.
Il secondo intervento è stata condotto dal Prof. Casarino, che ha proposto un’ esauriente riflessione riguardo i tópoi che hanno di fatto costellato l’intera storia letteraria. Ha inoltre posto in risalto l’internazionalità della cultura e consigliato la lettura dei grandi classici letterari nella loro lingua originale perché se ne comprenda meglio il messaggio e non venga tradito dalle traduzioni.
La chiave dell’intervento del Prof. Casarino è stata un’analisi dei principali tópoi letterari. Per primo è entrato in gioco il luogo comune del tempus fugit, nel quale è ribadita la condizione effimera dell’uomo, invitato ad agire ed impegnarsi tenendo in considerazione la breve durata dell’esistenza. In secondo luogo è emerso il tópos dell’essere o non essere, che compare dal testo biblico fino a W. Shakespeare e oltre. Questo luogo ricorrente indica come forse a volte sia meglio non essere affatto, per evitare le sventure e gli affanni della vita. Successivamente, il discorso si è incentrato sull’idea comune dell’amante ritrosa, ripreso da molti in ogni epoca. Tra questi vi è F. De André, nella canzone Valzer per un amore, in cui il cantautore invita a godere appieno dei piaceri della vita, per non avere rimpianti in età avanzata. Infine ha concluso l’incontro il tópos del fiore reciso, senza ombra di dubbio uno dei più ricorrenti e toccanti. Tra i principali esponenti troviamo A. Manzoni. L’autore milanese, infatti, se ne serve nel trentaquattresimo capitolo dei Promessi Sposi per evidenziare la prematura morte della piccola Cecilia, causata dalla peste che infestava la Milano del tempo, che ha falciato la sua vita proprio come un fiore reciso dall’aratro. La cronistoria del fiore reciso, una delle più ricche, conta al suo interno un numero assai significativo di utilizzi.
Con questo ultimo luogo ricorrente – definito gentile e capace di dipingere situazioni commoventi senza sembrare ridondante – si è chiuso il secondo ed ultimo intervento della mattinata, con l’invito, già precedentemente ribadito, a leggere in lingua originale le grandi opere letterarie di ogni epoca, per assaporare in maniera autentica il messaggio proposto.
Il futuro ha un cuore antico, un’affermazione proposta dal Prof. Casarino: non poteva essere sperimentato meglio, con tutti i fitti collegamenti all’attualità. Ecco, dunque, un’ennesima prova della grandezza e dell’importante del dialogo che deve restare ininterrotto tra il passato (che non si finisce mai di ri-leggere) e il presente che di quel passato deve nutrirsi.
Tommaso Borsarelli e Ettore Carenini II A
Il Convegno Antico e Moderno – Prima giornata
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